Oggi parliamo di un’argomento estremamente dibattuto nel panorama del fitness,powerlifting,bodybuilding,crossfit e chi più ne ha, più ne metta.Ossia la tecnica di esecuzione ottimale degli esercizi in palestra.
Mi riferisco in particolar modo all’utilizzo di tecniche o meglio di impostazioni e set up diversi utilizzati negli esercizi in palestra in discipline diverse a seconda dell’obiettivo che esse ricercano.
Dato che provengo dal mondo agonistico di sport di natura per lo più dinamica ed esplosiva, per anni mi sono chiesto, se fosse necessario suddividere in maniera così netta la differente impostazione tecnica che si interpone tra un soggetto che svolge gli esercizi per allenarsi divertendosi e sfogandosi(quindi più che altro a scopo ricreativo) e il soggetto che invece ricerca una prestazione davvero al limite,che lo porterà a concretizzare nuovi record personali.
Le chiavi di lettura a parer mio sono molto diverse.
TECNICA PER L’AMATORE E TECNICA PER LO SPORTIVO PROFESSIONISTA
Innanzitutto è bene sottolineare che se praticate sport agonistici come il calcio,la pallavolo,basket,arti marziali ecc.. nessuno mette in dubbio che la tecnica ottimale degli esercizi svolti in palestra sia necessaria per evitare infortuni anche gravi,ma ciò non vuol dire che un calciatore o un giocatore di pallacanestro debbano alzare carichi allenanti pari a quelli di un bodybuilder o powerlifter che avranno sicuramente molto,molto più tempo da dedicare alle esercitazioni in palestra specifiche per il loro tipo di gestualità.
Detto questo se siamo nel contesto degli esercizi con sovraccarichi il movimento ”giusto” o ”sbagliato” indica parole senza senso se non inserite nel giusto contesto.
Oramai in certi ambienti,soprattutto in quello dell’allenamento della forza vediamo prestazioni notevolissime anche con impostazioni veramente poco ortodosse.
Capita spesso per esempio di vedere carichi sollevati nello stacco da terra con schiene fortemente ipercifotiche(a C) e atleti che che senza battere ciglio non hanno mai avuto un infortunio in vita loro.
Chi pratica questi sollevamenti ricerca la massima prestazione su un dato gesto.
Ricerca quindi un’alzata efficiente.
La parola chiave è efficienza.
Esistono si dei movimenti sbagliati che possono discostarsi di molto dal golden standard ,ma questo non vuol dire che in alcuni casi l’adattamento si è ricercato nel tempo proprio per favorire la massima performance.
Nella foto sottostante l’ex Powerlifter Konstantin Kostantinovs alle prese con un allenamento di stacco da terra.
E’ stato detentore del record mondiale di 426kg sollevati nel 2009, senza ausilio di attrezzature di supporto particolari.
Notate che la schiena è apparentemente cifotica,ma nonostante questo, con l’adattamento avvenuto nel corso degli anni di allenamento tutto questo risulta irrilevante per lui.
Non starò qui ad elencarvi decine e decine di video presenti sul web.
Vi assicuro però che troverete tantissimi esempi di atleti di discipline totalmente diverse,svolgere esecuzioni al limite di ogni logica e impostazione tecnica.
Mi preme sottolineare che parliamo comunque di atleti professionisti abituati a macinare volumi di lavoro impressionanti e non saranno certo dei comunissimi esercizi in sala pesi a scaturire dei problemi veri e propri,specie se fatti con carichi molto al di sotto delle reali potenzialità.
CONCLUSIONI
In sostanza i fattori fondamentali devono pur sempre tener conto di 2 condizioni fondamentali.
Il primo è che la tecnica sia SICURA e il secondo è che sia RIPETIBILE ad ogni ripetizione.
Rispettando questi 2 dogmi la maggior parte degli atleti eviterà spiacevoli infortuni.