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L’acido lipoico è una molecola anfipatica di piccole dimensioni, formata di otto atomi di carbonio, due di ossigeno nel gruppo carbossilico e due di zolfo. In natura esiste sotto due forme, come disolfuro ciclico (forma ossidata) o come catena aperta con il nome di acido diidrolipoico, che mostra due gruppi sulfidrilici in posizione 6 e 8; le due forme sono però facilmente interconvertibili tramite reazioni redox.

 

L’acido lipoico partecipa a diversi meccanismi antiossidativi quali la riduzione del glutatione (GSH) e dell’acido ascorbico.

La vitamina C ridotta riattiva la vitamina E ossidata (cromanossil radicale) riducendola a tocoferolo (vitamina E attiva).

L’acido alfa lipoico può andare incontro sia a reazioni di ossidoriduzione, sia fungere da trasportatore di elettroni o di gruppi acetilici. È altamente assorbibile attraverso la membrana cellulare, svolgendo la sua azione antiossidante all’interno e a all’esterno della cellula.

L’acido lipoico è un cofattore di numerosi enzimi che intervengono nella decarbossilazione ossidativa del piruvato e di altri chetoacidi, venendovi continuamente rigenerato. Svolge un ruolo importante anche nel controllo del glucosio e nella prevenzione di patologie come la cataratta e l’ictus.

PROPRIETA’ ANTIOSSIDANTI

Anche se è stato stabilito che l’ALA sia un antiossidante molto potente, può in realtà essere talmente potente da portare all’effetto inverso, ovvero danneggiare le cellule.

Infatti, uno studio sull’esercizio fisico eseguito utilizzando l’ALA ha dimostrato che il supplemento induce un danno ossidativo (Saengsirisuwan et al., 2004).

Ciò nonostante, è importante riconoscere che lo studio era sui ratti, e i ricercatori utilizzarono più ALA di quanto normalmente viene assunto, il che potrebbe facilmente essere la causa dei risultati avversi.

Tuttavia queste constatazioni sono importanti considerando che questo fu uno dei primi studi sull’interazione tra ALA ed esercizio fisico.

È risaputo che esistono molte diverse attività cellulari che si verificano in una volta, portando a numerosi potenziali meccanismi di danno ossidativo. Di conseguenza esistono diversi tipi di antiossidanti che operano in differenti aree della cellula. Ciò che allarma, è che entrambi gli studi sull’esercizio che mostrano un danno ossidativo indotto dall’uso di antiossidanti prevedevano lo stesso tipo di trattamento. La ricerca con l’allenamento coi pesi su umani testò la vitamina C e la N-acetil cisteina, mentre lo studio sui ratti testava l’interazione tra la corsa e l’integrazione di ALA. Tutte queste sostanze sono conosciute come antiossidanti estremamente potenti. Come punto comune, entrambi gli studi testavano l’esercizio, entrambi usavano potenti antiossidanti ed entrambi indussero un danno ossidativo.

Comunque diversi studi più recenti sull’uomo mostrano che dosaggi di ALA tra 600 e 1000 mg riducono il danno ossidativo indotto dall’esercizio coi pesi.

SENSIBILITA’ INSULINICA

Un altro aspetto da ridiscutere riguardo alle proprietà del ALA è il miglioramento della sensibilità insulinica.

La considerazione che l’ALA migliori la sensibilità all’insulina potrebbe non essere del tutto accurata perché questo farmaco stimola il recettore dell’insulina e le relative proteine di segnalazione indipendenti dall’insulina.

In altre parole, per quanto riguarda la segnalazione, l’ALA è fondamentalmente “insulina in una pillola.”

In realtà, la maggior parte di questo lavoro è stato condotto sull’analisi delle cellule adipose, quindi questo non può essere rappresentativo di tutti i tessuti insulino-sensibili.

Può essere più preciso dire che, finora, l’ALA è come “insulina per l’assorbimento del glucosio specifica per il grasso”.

Studi recenti hanno trovato che l’ALA non sia efficace come antiossidante in soggetti con una ridotta tolleranza al glucosio. Venne trovato che in soggetti con alterata tolleranza al glucosio l’ALA non porti a migliorare il profilo lipidico, ma alla possibilità di peggiorarlo aumentando i livelli delle lipoproteine a bassa densità (LDL), e contribuendo di conseguenza allo sviluppo dell’aterosclerosi e delle malattie cardiovascolari.

Il risultato di interesse nel contesto dell’attività fisica, è che l’effetto aterogeno dell’ALA veniva annullato quando i soggetti seguivano un programma di allenamento aerobico a moderata intensità trisettimanalmente per 12 settimane.

PERDITA DI GRASSO 

Oltre a un miglioramento della sensibilità all’insulina, un’altra proprietà del ALA sarebbe favorire il processo della perdita di grasso. Ciò potrebbe essere connesso col fatto che esso aumenta l’assorbimento del glucosio da parte delle cellule insulino-sensibili, mantenendo la glicemia a un livello moderato e impedendo alti picchi di insulina.

Questo potrebbe avere delle importanti implicazioni, perché, come è noto, l’insulina è il principale ormone del deposito o dell’accumulo di scorte, e oltre ad essere responsabile del deposito di grasso, ne impedisce anche la liberazione dalle cellule adipose.

Quindi la teoria sostiene che se si mantiene bassa l’insulina con l’uso del ALA si riduce di conseguenza l’effetto inibitorio sull’ossidazione di grassi.

Come è stato possibile notare in precedenza, l’ALA ha effetti insulino-simili, in particolare per l’assorbimento di glucosio.

Sono stati comunque rilevati effetti positivi in relazione alla crescita delle cellule adipose.

Quando le cellule adipose immature sono state immerse in una soluzione di ALA, esse hanno resistito il segnale dell’insulina per aumentare il deposito di grasso e maturare in cellule adipose adulte. Questo è molto interessante perché l’ALA ha un potente segnale di come insulino-simile per quanto riguarda l’assorbimento del glucosio, ma ciò evidentemente non vale per il deposito di grasso.

Dopo anni di analisi in vitro o su animali, studi recenti sull’uomo segnalano effetti positivi diretti sulla perdita di peso. Su 360 obesi, il gruppo che assumeva 1800 mg di ALA al giorno, dopo 20 settimane riscontrò una maggiore perdita di peso. Nonostante i ricercatori avessero infine considerato l’ALA una terapia aggiuntiva per il trattamento dell’obesità, non erano state stabilite le variazioni della composizione corporea, ovvero se l’ALA avesse favorito una riduzione del peso intaccando solo la massa grassa, o anche la massa magra.

RADICALI LIBERI

Nella pratica sportiva, l’acido alfa lipoico offre notevoli vantaggi per quanto riguarda il controllo dei radicali liberi, tipicamente espressi maggiormente dagli atleti, sia a causa della mera attività fisica, che come conseguenza di un aumentato metabolismo, e, in secondo luogo, per l’essenziale partecipazione dell’acido alfa lipoico in diverse tappe della glicolisi e del ciclo di Krebs.

Gli alimenti più ricchi di acido alfa lipoico sono quelli con una maggior rappresentazione tissutale di mitocondri, quindi saranno da preferire principalmente organi come cuore, fegato e reni, non sempre graditi e comunque soggetti ad una perdita di acido alfa lipoico di circa il 20% in fase di cottura.

DOSAGGIO

Anche se un’integrazione di 50- 100-mg di acido alfa lipoico potrebbe essere adeguata, iperdosaggi che arrivano fino a 600 mg giornalieri, sono riportati in svariati studi clinici che puntano l’obiettivo sulle molte attività dell’acido alfa lipoico.